Sono mamma di una bambina con una disabilità sensoriale, ma con un recupero molto buono, che spesso rende invisibile la sua condizione. Spesso è un bene e spesso e un male.
Questa condizione mi ha portato a conoscere tante altre mamme con bimbi con disabilità anche diverse, più o meno gravi di quella di mia figlia.
Quello che accomuna ogni manma, ognuna di noi, è il desiderio che nostro figlio venga amato ed accettato dalla comunità in cui si trova: scuola, palestra, parrocchia..
Spesso la difficoltà sta nel mostrare senza timore di giudizi e pregiudizi la diversita'.
La catechista che non vuole il bambino autistico perché difficile da gestire, chi dice che i bambini sordi devono sforzarsi a leggere il labiale per non usare tecnologie, il bimbo cerebroleso che resta a casa e nessuno chiede alla sua mamma il perché.
I parroci nelle parrocchie sono sempre troppo pochi ma come ci si occupa dell'anziano allettato, prendetevi cura delle mamme dei bambini con disabilità.
Spesso le nostre giornate sono giornate d acrobati, salti mortali per stare dietro a terapie, scuola e quanto altro gira intorno alla disabilità, mamme che si trovano d sole ad affrontare difficoltà dell'ordine più vario perché i papà lavorano. I parroci una volta erano una figura fortemente rappresentativa nella comunità, e allora prendetevi cura delle famiglie invisibili, accompagnate una mamma all'ufficio protesi o a scuola per un diritto e non solo avrete guadagnato un'anima ma avrete dimostrato alla comunità che insieme si puo, che tutti possiamo prenderci cura l'uno dell'altro e che la diversità ha diritto a vivere la normalità.
E quello che può sembrare uno svantaggio, una "sfortuna" alla fine diventa un patrimonio di unione e solidarietà.
A chi giudica o parla, sono certa che ogni mamma darebbe la propria vita pur di avere un figlio sano e senza difficoltà, la disabilità non è una colpa e nessuno "se la va a cercare".
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