martedì 30 gennaio 2018

Noi non siamo Romanzo Famigliare

Oh finalmente una fiction sulla sordità che affronta tutto Lis e impianto!
Onestamente non ci vedo neanche un millesimo del nostro mondo.
Un genitore, una madre che riceve una diagnosi di sordità del proprio figlio spende la propria vita nel cercare di fare acquisire al proprio figlio più dignità e autonomia possibili. Che si scelga l'oralismo o la Lis lo si fa amando e rispettando la creatura che si è messa al mondo: nessuna madre, nessuna, si sognerebbe mai di mancare di rispetto al proprio figlio sordo. Dove sono i sacrifici dei genitori saltimbanchi tra logopedia e ogni tipo di attività che possa ricondurre il proprio figlio ad una vita sonora e socialmente dignitosa?
Io madre di una bambina sorda la vivo come una enorme mancanza di rispetto, mancanza di rispetto nei riguardi dei sacrifici economici, delle corse contro il tempo, delle ore a cercare di capire come ovviare a questa o quella mancanza, la gestione di una disabilità sensoriale ridotta citando un amico "a vino e tarallucci"!
Per mia figlia ho pianto e a volte piango ancora davanti a quelle che oggettivamente restano barriere sociali.
Quanti di noi si sono giocati tredicesime in avvocati per evitare un percorso di riconoscimento legale tortuoso e insidioso da adulti, giorni di ferie in congressi, hanno aspettato a comprarsi un paio di scarpe nuove perché proprio quel libro poteva aiutare il proprio figlio a....
Il liceo... Sono nata negli anni settanta ed ho fatto il liceo e già ai miei tempi non era più così, ma quali gravidanze ma quali voti in latino con così tanta leggerezza, considerando poi che questa generazione comunica con i social network abolendo ogni tipo di contatto umano!
Romanzo famigliare di quali famiglie?
Sicuramente non quelle di questo decennio.
I medici che scherniscono un paziente sordo? Ma dove? Persone che nella vita di un bambino diventano importanti alla stessa stregua di un familiare, a cui mandi il video in cui tuo figlio sordo canta o il compito in cui ha avuto un buon voto che si commuovono con te, festeggiano i successi con te e sono al tuo fianco in ogni necessità paragonate a quel "medico" della fiction? Ma per favore non confondiamo...
Non c'è nessun accenno alla disabilità, alle difficoltà legate alla scarsa accessibilità, non c'è accenno al raggiungimento della reale inclusione della vita sociale, c'è solo "il povero ragazzo sordo isolato e incompreso", il ragazzo sordo ha invece una disabilità e dove se ne parla?
Il culmine: l'impianto. Un adolescente che per tutta la vita non ha sentito né parlato, non ha memoria uditiva, sarà un miracolato allora? E la riabilitazione? Mah!
Unico plauso al dottor Marco Chiantera che interpreta ciò che fa con rispetto e passione nella vita reale.

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